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Microsoft in Perù una vera e propria lobby

Probabilmente a Redmond hanno le idee molto chiare. Il governo del Perù ha deciso da un po’ di mesi di appoggiare a pieno l’open source, Microsoft risponde con minacce e gravi pressioni sull’ambasciatore americano d’istanza a Lima.
Alla fin fine Microsoft vuole che l’ambasciatore americano sostenga la causa di Redmond, e che freni le idee degli "opensourcisti" peruviani. Minacce pesanti, direi io, minaccia di chiudere i rapporti col Perù, si tratta di 15.000 operai che potrebbero non avere un lavoro.
Non riesco a capire perchè, capisco le questioni di soldi, ma perchè un’azienda informatica si può permettere di metter mano sulla politica, proprio per il fatto dei 15.000 operai? Si credo di sì.
Non lo trovo giusto, le regole di marketing dicono che per avere il controllo sul trend di un prodotto basta avere il 30% di quota del mercato (consumatori) e se un’azienda ha il 60-70% di quota di mercato che succede?
Succedono proprio queste cose, si entra in politica, o si fa quel che dicono a Redmond oppure non si mangia, sembra di esser tornati al fascismo, dove ci vuole la tessera del partito per poter prendere il pane dal fornaio.
Sgomento da questi accaduti io dico che non si può continuare a questo modo, il mercato nero è nato proprio al periodo del fascismo, l’open source e tutto l’underground informatico è proprio figlio di questa accozzaglia di notizie fatte di scandali sui potenti che mal si comportano.
Oggi la guerra è informatica, la diffusione dei virus è tale da metterci in ginocchio, siamo costretti a comprare un prodotto per proteggerci.
Se installiamo un Server win 2000 dobbiamo andare sul sito di microsoft almeno 1 volta a settimana per poter sapere se fanno patch per chiudere i buchi, siamo costantemente esposti.
Perchè la comunità informatica non si estranea completamente dalla politica? In fondo credo che non ci riguardi.

Fonte informazioni: HackerJournal]]>